Atteso, bramato, discusso, criticato. Ci sono pochi giochi nella storia recente del medium ad aver catalizzato l’attenzione del grande pubblico come ha fatto Cyberpunk 2077 (qui la recensione di Cyberpunk 2077). C’è chi ha saputo coglierne l’eccellenza nel campo della narrativa e del worldbuilding, chi ne ha apprezzato i principi di gameplay e chi, invece, lo ha aspramente condannato per le indubbie problematiche tecniche che ne hanno accompagnato la distribuzione, specialmente sulle piattaforme di vecchia generazione. Uno stigma difficile da dissipare ma che l’azienda di Varsavia ha saputo gestire grazie a un programma di aggiornamenti preciso e puntuale, che ha lentamente riavvicinato Cyberpunk 2077 agli ambiziosi obiettivi del progetto iniziale.

Già con le patch 1.5 e 1.6, lanciate nel corso del 2022, l’RPG ambientato nell’universo creato da Mike Pondsmith ha beneficiato di un profondo lifting estetico, abilitando una serie di caratteristiche tecnologiche richieste a gran voce dalla community. Ebbene, si trattava solo dei passi iniziali prima del grande salto: l’Update 2.0 si prepara ad abbattersi su Night City come uno tsunami, portando con sé una pletora di novità contenutistiche e strutturali che sconvolgeranno l’esperienza fin nelle fondamenta. Dimenticate tutto ciò che pensate di sapere: l’epopea di V tra le strade della distopica metropoli del futuro ha davvero subito uno importante cambiamento.

Night City è bella come non mai

Prima di addentrarci nell’analisi di tutti i radicali cambiamenti che l’Update 2.0 applica alla ricetta di gameplay, ci preme reiterare come l’impatto grafico del gioco sia diametralmente opposto rispetto a quanto visto nei giorni del lancio. A seguito dell’avvento degli aggiornamenti maggiori dello scorso anno, infatti, la storia del mercenario V nelle viscere di Night City si presenta ora come una gioia per gli occhi, quasi del tutto scevra delle arcinote criticità evidenziate in sede di recensione e ripulita della stragrande maggioranza dei bug che affliggevano l’edizione originale.

“La Città al Limite del Domani” resta mozzafiato, potenziata sotto ogni aspetto per merito del duro lavoro di CD Projekt RED. I fenomeni di stuttering aggressivo lasciano spazio a una navigazione fluida e priva di incertezze; i continui crash dell’applicazione sono solo uno sgradevole quanto lontano ricordo. Insomma, si tratta di correzioni assolutamente trasformative che, unite alla mai troppo osannata direzione artistica, finalmente rendono Cyberpunk 2077 un titolo del tutto soddisfacente sul piano visivo.

La città, teatro dell’azione ma anche cuore pulsante dell’intera produzione, appare più viva e vibrante che mai, caratterizzata da un’impressionante densità di edifici, punti di interesse e cittadini immersi nella loro vita quotidiana. Ad ogni modo, se l’impianto tecnico e artistico rappresentano i muscoli della produzione, la formula ludica può essere equiparata al suo scheletro, alla colonna vertebrale che si occupa di sostenere l’organismo di Cyberpunk 2077.

E come il più abile dei Bisturi dell’immaginario partorito da Pondsmith, CD Projekt RED ha saputo ricostruire l’ossatura della sua opera, partendo dalle imperfette basi gettate della versione 1.0 e operando una serie di innesti strutturali volti a ottimizzare, rinvigorire e arricchire l’esperienza nel suo complesso. Il risultato è un titolo sensibilmente rinnovato sia sotto il punto di vista dei sistemi che ne reggono le fila che in termini di feeling sommario, con un ritmo dell’azione assai più incalzante e una personalizzazione più affinata del nostro alter-ego cromato. Vediamo cosa è cambiato nel dettaglio.

I cambiamenti

Il primo elemento distintivo della nuova edizione 2.0 di Cyberpunk 2077 è sicuramente da ricercare nella gestione della stamina del protagonista. Laddove nella versione iniziale l’indicatore relativo alla resistenza di V si svuotava durante la corsa, questo Update permette di correre senza limitazioni in giro per gli scenari con la stamina che andrà a consumarsi solo qualora si decida di utilizzare i dash o sparando con le armi.

Nel primo caso, una volta terminata la barra, sarà necessario rifiatare per qualche istante prima di lanciarsi di nuovo nella mischia mentre, nel secondo, vedremo l’accuratezza della bocca di fuoco impugnata calare drasticamente. Quest’ultimo è un fattore che aggiunge ulteriore stratificazione alle dinamiche delle sparatorie, costringendo il giocatore a un’attenta lettura tattica delle varie situazioni. Molto spesso, muoversi continuamente sul campo di battaglia e sparare raffiche brevi, magari indirizzate ai punti deboli degli avversari, si rivela la scelta migliore per venire a capo dei conflitti evitando di sprecare preziose munizioni.

Si tratta, in linea generale, di una scelta che ci sentiamo di promuovere a pieni voti poiché gli scontri risultano ora molto più vivaci e adrenalinici rispetto al passato. Il secondo elemento che salta subito all’occhio, forse il più importante per l’aspetto ruolistico della produzione, è un rinnovamento della gestione del personaggio, a partire dalla selezione delle abilità fino ad arrivare all’amministrazione dei Cyberware. Il sistema di Talenti dell’originale è stato modificato e adattato a una più tradizionale configurazione a base di Skill Tree.

Spendendo i punti Attributo, ottenuti nel corso del viaggio, nelle diverse ramificazioni dell’albero (Fisico, Riflessi, Capacità Tecnica, Intelligenza e Freddezza) sarà possibile incrementare le statistiche del nostro V e sbloccare uno dei Talenti della relativa categoria che, a differenza delle precedenti versioni, si traducono molto spesso in abilità attive aggiuntive a disposizione del protagonista. Si spazia dai dash aerei ai colpi fatali con le lame, dal miglioramento dell’efficacia degli oggetti curativi a quello delle granate, dall’espulsione veloce dai veicoli in corsa fino alla possibilità di rigenerare automaticamente la salute durante gli scatti. C’è davvero tanto da vedere e da sperimentare nell’ottica di creare il combattente più adatto al nostro stile di gioco prediletto. Un occhio di riguardo, poi, è stato riservato alle competenze di Hacking e Netrunning.

Il ventaglio di opzioni concesse al giocatore per influenzare gli impianti cibernetici dei nemici è stato moltiplicato ma CD Projekt RED ha ben pensato di includere anche diverse abilità specifiche per questa classe come, ad esempio, la possibilità di caricare in coda più hacking rapidi che si risolvono in sequenza o di andare in overclock e “pagare” il costo dei nostri terribili malware in punti vita invece che coi punti RAM, proprio come un futuristico mago del sangue.

Discorso analogo per gli impianti di Cyberware, adesso gestiti in una maniera completamente ridisegnata rispetto a quanto visto nell’originale. Recandosi presso i Bisturi, i chirurghi dalla dubbia morale disseminati nei vicoli di Night City, sarà possibile acquistare e trapiantare una vasta gamma di arti, organi e appendici meccaniche, tutti dotati di caratteristiche peculiari e di un impatto rilevante sul nostro alter-ego digitale, poiché vanno a migliorare le statistiche attinenti al livello di armatura e alla resistenza alle alterazioni di stato.

Sì, perché l’Update 2.0 di Cyberpunk 2077 si lascia alle spalle il sistema di equipaggiamento di capi di vestiario e accessori (che ora ricoprono una valenza prettamente estetica) per delegare il potenziamento dei parametri vitali di V alla diretta sostituzione di mani, gambe, braccia, scheletro, corteccia frontale e quant’altro.

L’unica limitazione è dettata da una cosiddetta barra di “Capacità Cyberware” che determina il quantitativo di innesti che il corpo biologico del protagonista è in grado di sopportare prima di collassare. Va da sé che tale indicatore può essere ampliato salendo di livello o sbloccando Talenti specifici in modo da aprire la strada a una più invasiva presenza di parti artificiali all’interno del nostro organismo, con tutti i risvolti che ne conseguono. Tutte queste modifiche all’intelaiatura ludica di Cyberpunk 2077 rendono i combattimenti parecchio più intensi e gradevoli da affrontare, complice anche un visibile miglioramento delle routine comportamentali della IA nemica, che ora si esibisce in tattiche più elaborate che comprendono coperture, accerchiamenti e uso più intelligente di hacking rapidi e granate.

Combattimenti tra veicoli e la nuova gestione della polizia

Segnaliamo, infine, l’aggiunta di due delle feature più anelate dalla nutrita fanbase del gioco: la lotta a bordo dei veicoli e una presenza più capillare delle forze di polizia sul territorio, pronte a rispondere ad eventuali atti criminali perpetrati dai giocatori.

La prima delle due implementazioni consente di imbracciare un’arma da fuoco mentre si sfreccia al volante di uno dei bolidi presenti sulle strade di Night City, ingaggiando furiosi combattimenti stradali senza abbandonare il posto del pilota. Gli sviluppatori hanno introdotto un modello di mira automatico utile a bersagliare i nemici mentre ci si concentra sulla guida ma si può anche scegliere di sparare sui punti deboli dei mezzi avversari come le gomme o il blocco motore.

Le battaglie risultano tutto sommato divertenti e rappresentano un ulteriore tassello nel mosaico di possibilità che Cyberpunk avrebbe voluto (e dovuto) garantire ai suoi utenti fin dal lancio. Meglio tardi che mai. Il funzionamento della polizia, al contrario, ci ha lasciati un po’ tiepidi. Il sistema di notorietà è visibilmente ispirato a quello della leggendaria serie di Grand Theft Auto (qui lo speciale per i 10 anni di GTA V), con tanto di valutazione a “stelline” che aumenta in base ai reati commessi e che si riflette nella relativa risposta da parte dei militari: si parte da un semplice tallonamento da parte di una volante in servizio ad autentiche cacce all’uomo che coinvolgono la temibile divisione d’élite MaxTac.

Se da un lato è vero che finalmente le forze dell’ordine reagiscono realisticamente alle nostre malefatte lanciandosi in inseguimenti al fulmicotone tra le strade della città, dall’altro ci si rende rapidamente conto che è fin troppo facile sfuggire alle grinfie della Giustizia. Basta seminare gli inseguitori e scomparire dai radar per pochissimi secondi per vedere la nostra notorietà azzerarsi repentinamente e tornare a essere uomini liberi, indipendentemente dalla gravità delle nostre azioni. Come se non bastasse, abbiamo notato che i tutori della legge non rispondono sempre puntualmente ai nostri illeciti: ci è capitato di scontrarci a tutta velocità contro altre vetture in sosta, di camminare con l’arma in bella vista in strade gremite di gente o di investire un pedone senza allertare in alcun modo l’NCPD. Niente che non possa essere risolto in futuro, si intende, ma allo stato attuale è un’aggiunta riuscita solo a metà.

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