Mentre si pensa ai piani di Ubisoft per il futuro, con un Far Cry 7 che si fa sempre più vicino, la compagnia videoludica nota in tutto il panorama internazionale è stata di recente al centro di un particolare caso di cronaca: secondo quanto emerso in rete nella giornata di oggi, il personale Ubisoft Montreal sarebbe in “subbuglio”.
Le ragioni di tale disordine organizzativo sarebbero da ricercare a partire dall’ordine di rientro obbligatorio presso la sede canadese per tutti i lavoratori, ai quali sarebbe stata negata la possibilità di accedere ai servizi di smartworking per procedere con il lavoro da remoto. Ciò entrerebbe in contraddizione con le affermazioni della stessa azienda, la quale avrebbe dapprima rassicurato i propri dipendenti garantendo una possibilità di gestione delle proprie attività giornaliere a distanza.
Secondo le informazioni trapelate nel corso della giornata di oggi, tale condizione lavorativa (iniziata dallo scorso 11 settembre) avrebbe costretto all’incirca quattromila lavoratori al rientro immediato. Alle problematiche emerse nell’epoca del lavoro al 100% da remoto si collegano, dunque, diverse difficoltà logistiche per una grossa percentuale di impiegati presso la sede di Montreal: alcuni membri dell’organico organizzativo sottolineano, infatti, il disagio derivante dall’acquisto di immobili e non solo a partire dalla consapevolezza di poter lavorare ancora da casa.
Le conseguenze non si sono fatte di certo attendere: numerosi lavoratori hanno già espresso il proprio disappunto circa tale decisione, la quale segue a rotta di collo le numerose problematiche aziendali riscontrate nel 2023. D’altronde, la notizia delle perdite di oltre 500milioni di dollari per Ubisoft nell’ultimo anno è giunta da pochi mesi (parliamo di maggio 2023).