Dopo essere andati alla riscoperta dei metallici inizi di FromSoftware con Armored Core, rimaniamo idealmente in Giappone per ripercorrere la storia di Polyphony Digital e immergerci nelle atmosfere sparatutto di Omega Boost su PS1, un’esperienza sci-fi ben lontana dai ‘canoni ludici’ della serie di Gran Turismo.

Lanciato nell’aprile del 1999 da Polyphony Digital e Cyberhead, Omega Boost prende slancio dal successo commerciale del primo capitolo di Gran Turismo per abbracciare un genere estremamente diverso ma altrettanto popolare (all’epoca), basti ricordare Panzer Dragoon. Un piccolo aneddoto: sapevate che c’è anche Omega Boost tra le 5 canzoni italiane che citano i videogiochi?

È proprio dal kolossal sci-fi di SEGA che gli autori di GT hanno tratto ispirazione per erigere l’impalcatura ludica, narrativa e contenutistica di Omega Boost, prova ne sia il coinvolgimento diretto di diversi membri del Team Andromeda e dello stesso Yuji Yasuhara in qualità di Lead Designer, come pure di Shoji Kawamori (produttore dell’anime Macross) per la realizzazione dei mecha.

Un viaggio nello spaziotempo tra IA corrotte e robot assassini

Il canovaccio narrativo steso dagli autori al seguito di Yasuhara prende spunto dal più ‘classico’ dei conflitti fantascientifici contro un’intelligenza artificiale aliena desiderosa di annientare la razza umana.

L’apertura di Omega Boost viene così affidata a un filmato che mostra la devastazione portata dagli ordigni nucleari lanciati dall’IA malvagia Alpha Core contro Manhattan e altre metropoli terrestri: l’unica speranza di sopravvivenza per il genere umano è rappresentata da Lester, un ufficiale chiamato a pilotare il colossale mecha Omega Boost per fronteggiare le orde di robot nemiche.

Per avere la meglio su Alpha Core, ad ogni modo, non basterà la forza bruta: la crudele IA cercherà infatti di aprire un tunnel spazio-temporale per tornare indietro nel tempo e acquisire il controllo del primissimo computer mai creato dagli esseri umani, ENIAC. Il nostro impavido alter-ego dovrà perciò sfruttare lo squarcio nel tessuto dello spaziotempo aperto da Alpha Core per seguirlo nel passato e ingaggiare una lotta all’ultimo missile contro il suo esercito di robot e astronavi senzienti.

Un tripudio di esplosioni ed evoluzioni acrobatiche

Al netto di numerose criticità e mancanze dovute a un concept non particolarmente ispirato e originale, Omega Boost aveva un innegabile punto di forza, ovvero il suo sistema di combattimento mutuato da Panzer Dragoon e dai titoli affini. Pilotare il mecha di Lester nello spazio restituisce un’esperienza di gioco davvero frenetica e, per certi versi, persino ‘acrobatica’, merito delle numerose evoluzioni da dover compiere per schivare i missili e i proiettili nemici in un tripudio di esplosioni pirotecniche.

Anche il comparto grafico rientra tra le innegabili qualità di Omega Boost: chi si è avventurato nel passato per dare la caccia ai robot di Alpha Core ricorderà certamente la bontà dei modelli poligonali dei fondali, la ricchezza di dettagli delle astronavi nemiche e la bellezza degli effetti particellari delle esplosioni, come pure l’immersione offerta dai filmati che accompagnano le nove missioni della campagna principale.

L’eredità di Omega Boost

A dispetto del mancato successo commerciale, Omega Boost ha saputo conquistarsi un posto indelebile nel cuore degli appassionati del genere con il suo mix di azione frenetica e grafica avanzata. Dal 1999 ad oggi, non a caso, tanti sparatutto sci-fi hanno tratto ispirazione da Omega Boost e dalle sue formule di gameplay.

Il lavoro svolto da FromSoftware per concretizzare la visione creativa di Armored Core 6 sta inoltre spingendo diversi fan di Omega Boost a sperare nel ‘ritorno in grande stile’ di Lester e del suo mecha. Un’eventualità, quest’ultima, davvero molto remota se pensiamo al percorso compiuto negli ultimi due decenni da Polyphony Digital e dalla totale assenza di Omega Boost dai riferimenti ai progetti passati che vengono citati sul sito ufficiale della software house guidata da Kazunori Yamauchi. Se non altro, possiamo sempre consolarci con l’ultima esperienza sci-fi di FromSoftware: a tal proposito, vi invitiamo a leggere la nostra recensione di Armored Core 6.

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